Non anelo l’anello; ma sono fedele alla mia fede.

“L’amore è fisica, il matrimonio è chimica.”

Alexandre Dumas Figlio

Non ho niente da obiettare a chi decide di sposarsi.

Semplicemente non fa per me come esperienza.

L’esperimento concettuale l’ho condotto diverse volte, fin dall’età in cui di solito le bambine si concentrano se comprare una nuova Barbie o iniziare a mettersi matita e mascara.

L’astrazione di qualsiasi forma di matrimonio non era nel mio kit di montaggio. Capisco però perfettamente tutte quelle persone alle quali appartiene la necessità e la felicità di trovarsi legati a qualcosa o qualcuno da una fune di sicurezza data dall’ufficializzazione di un connubio.

La mia forma massima di rispetto verso un modo di sentire e di agire diverso, si esprime con l’assoluta indifferenza.

Il riconoscimento totale di qualsiasi diritto e volere altrui, lo si dimostra quando non c’è niente da commentare. Ognuno è libero di vivere e condurre il proprio credo nel modo che ritiene più opportuno in maniera talmente naturale che non esige altra riflessione.

Se questo concetto appare ovvio e scontato, nella realtà, spesso non è sempre così.

Non ho sposato il bridge, ho scelto di condividere la sua natura essenziale, fatta da logiche di gioco che ti costringono a pensieri, a mio avviso evoluti, sotto molteplici aspetti.

Non sposo mai niente, ma sono naturalmente fedele alla mia natura. Finché credo in qualcuno o qualcosa, mi butto a capofitto per tutto il tempo che ritengo possa valerne la pena.

Il bridge è un soggetto che mi sta dando infiniti spunti e soddisfazioni. Conosco personaggi che ne hanno fatto lo scopo della loro vita e sono felicissima per loro.

Il mio bridge ha risvolti esclusivamente miei. Quindi posso giocarlo solo con partner che corrispondono in pieno alle mie esigenze. Senza di loro il bridge assume un significato diverso, pur rimanendo un attività difficilmente eguagliabile da altri giochi, mi rendo conto che il mio approccio è sostanzialmente diverso dalla maggioranza dei giocatori.  

Ogni qualvolta mi si definisce come: parrucchiera, bridgista, blogger, mamma, moglie (questa me la sono risparmiata), pallavolista ecc.. Tutte le mie molteplici personalità, che con la catalogazione vengono escluse, hanno un moto istintivo di protesta.

In generale si tende a schedare le persone sotto un’etichetta che dovrebbe racchiudere una serie di caratteristiche comuni.

Questo perché l’idea delle nozze è qualcosa che va molto oltre al rapporto tra uomo e donna. L’associazione a qualsiasi tipo di impegno, sia lavorativo che personale, unisce in sodalizio, tendente al perpetuo, qualsiasi legame.

Quindi lo stereotipo del bridgista deve rispecchiare tutta una serie di caratteristiche per essere definito tale; altrimenti rischia di non essere “vero” ma solo un giocatore amatoriale, occasionale, comunque di serie B.

Come la mia famiglia, che non corrispondendo ai canoni convenzionali, qualcuno ha più volte provato a convincermi che non avesse tutti i crismi per meritarsi questo appellativo.

Maledetta me e questa avversione verso tutti gli sponsali!

Bazinga! (Esclama Sheldon Cooper in Big Bang Theory) vi ho fregato!

In realtà non mi interessava l’opinione scandalizzata delle mie amiche a 10 anni quando affermavo che non mi sarei mai sposata, tanto come non mi interessano ora le opinioni nei miei riguardi che tendono a volermi registrare sotto ad una tipologia di bridgista (o semplice perditempo) ben definita, oppure se sono una mamma aperta o chiusa, severa o tollerante. Tutte queste “menate” le lascio volentieri a chi ha la sindrome del catalogatore.

Io mi godo, la mia tribù, il mio bridge con il mio compagno di tavolo che la vive esattamente come me e il mio lavoro bellissimo. Lavoro che non ho sposato; scelgo tutti i giorni di farlo, per tutta una serie di motivi che sicuramente esulano dalle ragioni che accomunano la maggioranza delle parrucchiere.

Ciascuno faccia quindi ciò che vuole, vivendo anche la gioia e la serenità di meritarsi un’etichetta di qualsiasi genere che l’appaga e che come una corazza, gli permette di affrontare la vita con determinazione e sicurezza. Evviva gli sposi che si promettono amore eterno, i miei auguri più sublimi e sinceri.

Che siate dediti ai legami eterni oppure no, abbiate sempre rispetto per chi invece di etichette, vive di post-it, che stacca e attacca in luoghi e relazioni diverse.

Dopotutto se quando mi hanno assemblato, i kit coniugali erano finiti, evidentemente erano già stati destinati a chi ne aveva più bisogno.

28 risposte a “Non anelo l’anello; ma sono fedele alla mia fede.”

  1. Io sono sempre per il libero arbitrio. Matrimonio o no, l’importante è vivere felici. Buona giornata Milena.
    P.s. Nel mio caso nessuno, e dico nessuno avrebbe mai pensato, conoscendomi da tanti anni, che facessi determinate cose, ma…bisogna solo essere felici!

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    1. Felici e liberi di essere ogni giorno qualcosa di diverso! Buona giornata a te!!

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  2. Comunque ormai non si sposa quasi più nessuno grazie a Dio.

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    1. Qualche nostalgico ci prova.. 😉

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  3. Meravigliosa Milena, ora lo pubblico su Tridente.

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  4. Ciao Nereo!! È sempre un piacere leggere il tuo nome!!❤

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  5. […] “tridentini”, poiché il mio rapporto con l’antroposofia è simile a quello che Milena ha col bridge, Vi presento questo suo scritto molto prezioso per me (Lei sarebbe andata molto […]

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  6. Mi sono beato a leggere queste tue riflessioni. Ho respirato arla di una definitiva e cosciente provvisorietà che rende tutto più luminoso. Di ogni ripetitività questo tuo modo di agire può portare soltanto a scoprire aspetti nuovi. Come guardare ogni mattina l’alba e bearsi del suo essere diversa ogni mattina. Dico, senza vergogna e senza paura di essere frainteso, che ti amo come ogni mattina amo l’alba.

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    1. Sì, idem! Anch’io la amo molto. Chi sa pensare tocca le corde del mondo, come i poeti veri.

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    2. Certe dichiarazioni non si possono fraintendere, possono solo mettere in circolo un bene puro che bevo come il vino più buono. Grazie Marcello, ti scelgo tutti i giorni.. ❤

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      1. Sono onorato, Milena 🌹🙏

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  7. Sei inetichettabile, cara Milena, ma le etichette non piacciono nemmeno a me, io ho fatto una scelta precisa, come tu hai fatto la tua. Il bello è che io e mio marito decidiamo di sposarci ogni giorno perché scegliamo liberamente di farlo. Non vedo chi dovrebbe mettere in dubbio che tu ed i tuoi figli siate una famiglia. Ti ammiro perché hai le idee chiare, sai quello che vuoi e scegli ogni giorno di farlo.
    Io ho sempre avuto il sogno di sposarmi, è un sogno che sono riuscita a coronare perché ho incontrato una persona che ho ritenuto fosse quella giusta. Altri sogni sono andati in fumo e con loro anche le etichette!
    Buona giornata cara 😄😉🥰

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    1. Infatti sono forme diverse illusorie.. ogni giorno si sceglie!! 😘😘

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      1. Ed è bene che sia così!! 😘😘

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  8. Per fortuna che il giorno è lungo , a me va bene anche il tramonto!😉

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    1. Spesso è quello che si apprezza di più!! 😉

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  9. Su questo tema sono combattuto.
    Se da una parte sono favorevole alla libertà e allo scioglimento di tutte le etichette, dall’altra sono anche favorevolissimo ai riti di passaggio.
    E passare dall’essere in uno all’essere in due mi sembra uno di questi.

    Non dico che ci si debba necessariamente sposare, nè tantomento che vada fatto al cospetto di un Dio o di uno Stato. Va bene pure una “festa del primo giorno di convivenza” dove si invitano amici e parenti nella nuova casa della coppia.. e ci si ubriaca tutti… 🙂
    Va bene tutto, basta che sia qualcosa che abbia un forte impatto emotivo e che rimanga bene nella mente e nel cuore.

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    1. Non essere combattuto caro Leonardo, hai già dato a te stesso la risposta su quale forma ti appartiene! Non ti resta che viverla come me l’hai descritta ogni volta che ritieni che un’occasione meriti una festa!

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  10. Fedeli a qualcuno (anche a sé stessi), coerenti a qualcosa. E per questo nella mia incoerenza cerco di essere fedele sempre

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    1. Felici, fedeli e incoerenti. Sono anch’io del tuo club Romolo!

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  11. Capisco davvero che cosa intendi e condivido in toto quello che dici; per lo sposalizio cu vuole la vocazione e se non ce l’hai (e io, come te, non l’ho mai avuta), meglio se non ti sposi. Le etichette fanno comodo aquelli che non si conoscono, perché sono rassicuranti; se possono etichettare gli altri, si aspettano di poterlo fare anche con se stessi, quindi si sentono al sicuro… il punto è che pochi hanno il coraggio di chiedersi chi sono veramente e ancor meno sono quelli che hanno capito chi sono. Ai più gli basta l’etichetta. Cosa oltremodo triste, a mio parere. Ma il mio parere vale per me e non è necessariamente legge per nessun altro. 😉

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    1. Proprio così, come ho detto rimango indifferente, nel modo migliore che si possa interpretare, alle vocazioni altrui. Parto sorridendo (nella maggioranza dei casi) fino ad infuriarmi se qualcuno prova ad appiccicarmi un’insegna qualsiasi..

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      1. Infastidice anche me, ma di solito non ci provano neppure; li lascio nella loro scomoda incertezza e me ne compiaccio. Non sono classificabile. 😀 😀

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  12. Io sono per il rispetto delle scelte degli altri, sono sposata, tu no… va bene così, c’è posto per tutti. Brutto sarebbe dover sottostare a un obbligo del tipo: tutti sposati entro i trent’anni… te lo immagini? E niente etichette! Siamo tutti diversi e anche mutevoli. Invece di giudicare bisogna ascoltare, conoscere, “assaggiare. ” Omologato è una “brutta” parola.

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    1. Silvia avrai capito da ciò che ho scritto che la penso proprio come te. Per assurdo oggigiorno è stato difficile dare a chiunque il diritto di sposarsi rispetto ai diritti che hanno acquisito chi ha scelto di non farlo. Rispetto e diritti non dovrebbero mai mancare, soprattutto quando di mezzo ci sono forme d’amore.. (e non mi riferisco solo a rapporti di coppia)

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